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“Basket in Messico” di Coach Lino Frattin – Cap. 1, Si parte!

“Basket in Messico” di Coach Lino Frattin – Cap. 1, Si parte!

Appunti di viaggio di Coach Lino Frattin e la sua esperienza nella Liga Nacional de Baloncesto Profesional alla guida del Club Correcaminos UAT

Basket in Mexico?
Quando qualcuno sente pronunciare la parola “Messico”, vengono in mente le vacanze, le spiagge assolate, la piccante cucina, forse anche Zorro!
Certamente non la pallacanestro.
Ovviamente non avrei mai pensato di avere l’occasione di andare in Messico per allenare una squadra di basket. Questi sono i miei appunti di viaggio.

Capitolo 1 – Si parte!
Dopo un primo contatto con il mio agente verso la fine di novembre 2016, il lunedì 22 dicembre ricevo da lui un messaggio che mi chiede se sono interessato ad un contratto in Messico. La squadra in questione è in fondo alla classifica della lega pro messicana, con solo 3 vittorie e 16 sconfitte.
Sono titubante. Mi metto al computer per provare a capirci qualcosa. Non conosco niente della lega messicana, dei giocatori, di come e quando si svolge, insomma, niente di niente.
Scopro il canale YouTube della lega dove posso vedere le ultime partite della squadra. Ovviamente essendo ultimi in classifica non mi posso aspettare granché. Poca velocità, molto individualismo, difese inesistenti. Per chi ha qualche anno in più, sembra la pallacanestro greca degli anni ’80. Il mio agente mi chiama al telefono con i dettagli dell’ipotetico. contratto, i messicani vogliono una risposta . Hanno già esonerato l’allenatore, la squadra è temporaneamente affidata all’assistente spagnolo.
Cosa faccio? Sto al momento curando il settore giovanile di The Team, squadra di Riese Pio X e Castello di Godego. Con i ragazzi mi diverto. E’ bello vederli migliorare, lo staff di istruttori è ottimo e siamo tutti amici. Ma prima di questa pausa nel settore giovanile, ho sempre fatto e voluto fare l’allenatore professionista a livello senior. Mi consulto con un mio amico. Mi dice entusiasta di riprendere il cammino e di godermi l’ennesima avventura.
Mi dice: “Chissà, magari ti apre altre porte. Ormai bisogna muoversi ed andare ..!
Telefono al mio agente egli dico che sono pronto a partire.
Dopo una mezz’ora ricevo una telefonata dal Messico. Il General Manager della squadra Correcaminos UAT vuole parlarmi e darmi il benvenuto (il correcamino è l’uccello “bip bip” famoso nei cartoni animati, mentre UAT sta per Universitad Autonoma de Tamaulipas , stato messicano dove si trova la città di Victoria ) Ho qualche reminiscenza di spagnolo, da quando viaggiavo spesso, sia con le squadre, sia come scout NBA, ma la velocità della sua parlata mi coglie di sorpresa. Me la cavo, con qualche “palabra de ingles” e fissiamo il mio volo tra quattro giorni, per il 26 dicembre.
La mattina seguente comunico la mia decisione al dirigente della club di Riese. Il mio amico Marco, mi dice che è contento per me, ma mi manda anche amichevolmente a quel paese, visti i problemi organizzativi che la mia assenza va a creare.
Fortunatamente, le feste natalizie e la normale interruzione per alcuni giorni dell’attività sportiva ci aiuta a rendere più “dolce” la transizione. Ci vengono in aiuto anche i messicani che mi spostano il volo per il 28 dicembre, dandomi qualche giorno in più per sistemare le cose.
Tutti i dirigenti della squadra di Riese capiscono la situazione e sono felici per me. Ugualmente i genitori ed i ragazzi con i quali nel tempo si è creato un bel rapporto di amicizia. Quando inizialmente l’ho detto a qualcuno di loro, hanno avuto la mia stessa reazione: ”stai scherzando vero?!”.
Ultimi allenamenti con i ragazzi, tanti saluti e spiegazioni di dove si trova Victoria e di come sia la lega Pro Messicana (www.lnbp.mx). Devo dire onestamente che mi sono commosso (come ora mentre scrivo). Toccante il racconto di un genitore che mi ha detto che il figlio la sera, ha recitato una preghiera per me perché tutto andasse bene. Per me rimarrà sempre un ricordo bellissimo.
Ma arriviamo al giorno della partenza. Aereo da Venezia alle 7.30. Mi aspettano molte ore di viaggio: Venezia, Madrid, Dallas, Mc Allen e poi altre ore in auto.
Parto da casa nella fredda mattina di mercoledì 28 alle 5.00. Prelevo mia figlia che riporterà a casa l’auto ed in poco tempo siamo in aeroporto. Il viaggio sebbene lungo, è tranquillo, e dopo Madrid e Dallas, atterro a McAllen, piccola cittadina del Texas, sul confine con il Messico. Qui mi attende Nicolas . Sono le 20.30 locali. Temperatura 23 gradi, ancora il 28 dicembre; ma per me sono passate 22 ore da quando ho lasciato casa!
Nicolas mi porta a mangiare qualcosa in un fast food. Per me sono praticamente le 02:00..mangio tacos a colazione! Risaliamo in auto e passiamo il confine. Imboccate alcune strette stradine, vedo che Nicholas entra nel parcheggio della stazione delle autocorriere. Capisco che il tragitto fino a Ciudad Victoria avverrà in un pullman di linea. Acquisto il biglietto e salgo sul pullman. Partenza alle 22.00, tra mezz’ora. Mi accomodo al mio 29d, posto finestrino vicino ad una corpulenta signora messicana. Arrivo previsto dopo quattro ore, quando troverò qualcuno a Victoria ad aspettarmi. I pullman di linea sono il mezzo di trasporto preferito qui in Messico. Hanno posti assegnati, wi-fi gratuito e piccolo schermo video sul sedile di fronte, per far passare le lunghe ore di viaggio.
Il General Manager del Club, attraverso l’onnipresente Whatsapp si assicura che tutto vada bene. Il mio “todo bien” lo rassicura. Sono stanchissimo, ma ho paura ad addormentarmi e di perdere la fermata (che poi scoprirò essere l’unica del viaggio). Le strade messicane non sono come quelle che conosciamo. Non so se attribuire i salti che faccio sul sedile ai logori ammortizzatori del pullman o alla grandezza delle buche.
Rimango facilmente sveglio. Arrivo a Victoria, prendo la mia valigia e guardo se c’è qualcuno ad aspettarmi. Non vedo nessuno. Faccio due passi fuori dal terminal, poi rientro. Poche persone presenti. A raccontare questo fatto ad amici locali, mi dicono che mi è andata bene; da queste parti, non è da fidarsi ad essere fuori la notte. Vedo finalmente un tassista che mi dice di essere stato incaricato di portarmi in hotel. Non vedo l’ora di vedere un letto.

[continua…]

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